Tiffany & Co. renderà noto l’intero percorso di lavorazione dei diamanti approvvigionati di recente e registrati singolarmente (a partire da 0.18 carati), specificando il Paese o la regione di origine. L’obiettivo è di garantire che ogni fase nella creazione dei suoi gioielli contribuisca al benessere delle persone e del pianeta.
Oggi il nostro impegno nella tracciabilità dei diamanti fa un ulteriore passo avanti
ha dichiarato Anisa Kamadoli Costa, Chief Sustainability Officer di Tiffany & Co.
I nostri clienti meritano di sapere che un diamante Tiffany rispetta gli standard più elevati, non solo per quanto riguarda la qualità, ma anche la responsabilità ambientale e sociale. Crediamo che la tracciabilità dei diamanti sia il modo migliore per garantirle entrambe
Le informazioni relative alla regione o Paese d’origine e al luogo in cui ogni diamante è stato tagliato, lucidato, classificato e certificato e poi montato su un gioiello, verranno quindi condivise da Tiffany con i propri clienti e saranno contenute nel Tiffany Diamond Certificate.
l gioielliere americano acquista da fornitori di fiducia le pietre grezze estratte in Paesi come Australia, Botswana, Canada, Namibia, Russia e Sud Africa, rifiutando l’utilizzo di pietre provenienti da aree problematiche come Zimbabwe e Angola.
La società possiede cinque laboratori di lavorazione dei diamanti in Belgio, Mauritius, Botswana, Vietnam e Cambogia, oltre al Tiffany Gemological Laboratory di New York e a cinque laboratori di produzione di gioielli in Nord America.
Le pietre grezze vengono selezionate in base a dimensioni, colore, purezza e fluorescenza ad Anversa, in Belgio; i diamanti vengono poi tagliati e lucidati nei laboratori di proprietà. Tiffany acquista inoltre diamanti già lucidati da fornitori di fiducia, che rispettano i suoi criteri di tracciabilità e qualità, oltre che i suoi standard sociali e ambientali. In seguito, i diamanti vengono valutati presso i Tiffany Gemological Laboratories negli Stati Uniti, in Cambogia e in Vietnam, e la maggior parte vengono poi montati negli Stati Uniti.